Uno studio da poco pubblicato su Progress in Neuropsychopharmacology & Biological Psychiatry, in collaborazione con i colleghi del Center for Behavioral Science and Mental Health dell’Istituto Superiore di Sanità (Roma), ha puntato a comprendere se una particolare tipologia di ratti (i cosiddetti NHE) possono essere un utile modello per lo studio della vulnerabilità al gioco d’azzardo patologico in individui con ADHD (Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività).
I dati presentati suggeriscono un ruolo differenziato per le porzioni ventrale e dorsale dello striato, una struttura fondamentale per la comprensione delle dinamiche interne al sistema della ricompensa. I ratti NHE appaiono quindi un valido modello per lo studio degli aspetti comportamentali e neurobiologici che collegano il deficit d’attenzione, il gioco d’azzardo (gambling) e le possibili dipendenze da sostanze. Tali relazioni potranno fungere da utile guida in futuri studi sulla vulnerabilità alle dipendenze in soggetti umani.